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Un bel ritorno

Spesso, in questi anni vissuti in mezzo ai monti, pensavo alle esperienze passate: l’anno di diaconato, i primi passi da sacerdote e l’esperienza vissuta in compagnia di persone ormai lontane. Mi ero tanto abituato a vedere boschi e colline, vette e tramonti che a un certo momento, non ci crederete mi erano quasi venuti a noia. D’estate infatti scappavo almeno una settimana al mare, per vedere un mondo diverso. Gli anni trascorsi a San Giovanni li ricordavo in due modi: da una parte il chiasso dei ragazzi della sede, con l’immancabile voce di Suor Giacinta e l’arrivo puntale di suor Benvenuta che preparava i chierici per la S. Messa. Poi l’impegno delle benedizioni pasquali con migliaia di campanelli da suonare in compagnia dei vari chierici: Giovanni, Stefano, Leo etc. Dopo 20 anni trascorsi a Porretta mi ero quasi scordato di quei tempi, anche se una vocina ogni tanto mi diceva: vedrai che presto cambierai. Quando in luglio l’Arcivescovo mi ha chiamato ero un po’ agitato: dopo la sua convocazione non avevo dormito bene per qualche notte e mi dicevo dove andrò a finire: in citta in mezzo al cemento, su un altro monte? A un certo momento il Vescovo, dopo gli affettuosi convenevoli, mi ha detto: veniamo al dunque, ci vai a San Giovanni in Persiceto. Ed eccomi qua in mezzo a voi in compagnia di Don Gianmario e di Don Carlo. Quali sono i miei progetti: all’inizio il primo pensiero è quello che si legge nel simpatico titolo di un libro: “io speriamo che me la cavo”. Ma certamente questo non basta. E allora mi dico: “noi speriamo di camminare insieme” nella via della fede e della testimonianza di Gesù Cristo. Si perché la vera sfida odierna è proprio quella di essere veri evangelizzatori, di trasformare come dice Papa Francesco la nostra fede da una prospettiva di conservazione a un annuncio missionario. Per fare questo ognuno di noi viene chiamato dal Signore a entrare come parte viva nella sua vigna, come operai che fanno crescere il Regno di Dio. Soprattutto mi rivolgo ai genitori che hanno un ruolo fondamentale nella crescita spirituale dei propri figli. Sei persona credente? Cerca di dare il buon esempio. Sei una persona lontana dalla pratica religiosa: si contento quando tuo figlio frequenta la parrocchia, il catechismo, i gruppi. Ci pensa già la società e i mass media ad allontanarlo dalla fede. Tu cerca di invogliarlo verso Dio. Mi rivolgo anche a tutti i catechisti che con generosità si sono messi a disposizione per questo servizio così importante. Non perdetevi d’animo di fronte a chi fa fatica a capire l’importanza della fede in Gesù. Tu, come dice S. Paolo, parla di Lui nei momenti favorevoli e anche in quelli sfavorevoli (cf 2Tm 4,2). Se getti il seme Dio poi lo farà crescere. Cristo è vivo e cammina con noi, e noi siamo chiamati ad accogliere la sua presenza specialmente nella sua Parola, nei Sacramenti e nei fratelli, in particolare quelli più poveri e bisognosi di attenzione e di aiuto. Sono contento di questo ritorno e speriamo davvero di compiere insieme un tratto della nostra vita che ci porti sempre verso il Signore.

don Lino

don Lino Civerra, da “La Voce che chiama, Natale 2020