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Un bambino diventato animatore

Estate Ragazzi è una delle più grandi esperienze che una persona possa vivere nell’adolescenza. Una delle occasioni più grandi per crescere, per divertirsi e per vivere momenti felici insieme ad altri ragazzi in parrocchia. In questo piccolo testo racconterò la mia esperienza ad Estate Ragazzi.

La mia esperienza ad Estate Ragazzi inizia in seconda elementare, primo anno in cui si aveva la possibilità di partecipare, e sin da subito il mio pensiero e le mie sensazioni erano assolutamente positive. Tutti i giochi, tutte le attività e tutti i momenti della giornata mi rendevano felice e aumentavano giorno dopo giorno la mia voglia di tornare la mattina seguente. I giochi, i lavoretti, le scenette di teatro, ecc erano momenti belli soprattutto grazie alle persone che avevo intorno, e soprattutto grazie agli animatori. Il rapporto e il tempo passato con i miei coetanei o quasi coetanei era bello e divertente, ma non era nulla di nuovo, infatti già a scuola o a fare sport si intraprendono rapporti di questo genere. Il rapporto con gli animatori invece era assolutamente una novità per me; perché era un rapporto con persone non troppo più grandi di me e soprattutto con persone che non avevano un’autorità come quella della maestra e del genitore. Tutti gli animatori erano per me, la fonte del divertimento e dello stare bene. Vedevo loro, come figure da ammirare e con cui poter creare un bel rapporto e a cui affezionarsi.

La fine delle due settimane di Estate Ragazzi era un momento triste, soprattutto perché l’anno successivo non avrei rivisto tutti gli animatori, dato che alcuni avevano l’esame di maturità e altri invece smettevano di venire per altri motivi. Tutto quello che avevo vissuto durante le due settimane non svaniva mai, e dal giorno dopo la fine, fino al giorno prima dell’inizio la voglia rimaneva e non faceva che aumentare. Questa voglia aumentava grazie anche a quei momenti, durante l’anno, in cui capitava di incontrare qualche animatore a messa, a catechismo, in parrocchia, o anche per le strade, a fare la spesa, ecc. Anno dopo anno però si arriva a quel momento in cui si passa da essere un bambino di Estate Ragazzi, ad essere un animatore. In questo momento l’Estate ragazzi cambia notevolmente faccia. Cambiano tutti i doveri e tutti i lavori da svolgere ed aumentano le responsabilità sotto ogni punto di vista. Fare l’animatore è probabilmente uno dei primi momenti in cui un/a ragazzo/a ha l’importante responsabilità di stare insieme ad un bambino, farlo divertire e fare in modo che tutto vada per il verso giusto. Queste responsabilità però vengono rese più leggere dal divertimento e dalla felicità che sono nella natura di Estate Ragazzi.

Il mio primo anno da animatore è stato l’inizio di un’avventura durata poi 4 anni; è stato un primo e graduale approccio ai lavori e alle responsabilità giornaliere. Inesperto e ancora all’oscuro di molti doveri da animatore, mi sono messo a disposizione dei responsabili e degli animatori più grandi, per apprendere il più possibile e per aiutare i miei compagni al compimento dei lavori che bisognava fare. Posso dire che il mio primo anno è stato un anno di gavetta ma assolutamente bello, divertente e molto utile per il mio futuro. Come ogni anno però, dopo due settimane Estate Ragazzi finisce e si aspetta l’anno successivo, con tanta carica e tanta voglia di stare insieme. A Febbraio però arriva il Covid e si decide di non fare Estate Ragazzi, per evitare il contagio e l’esposizione ai rischi della pandemia. Il dispiacere è tantissimo ma nonostante ciò la voglia di stare insieme e di divertirsi si accumula per l’estate successiva. Finalmente dopo due anni Estate Ragazzi ritorna, nonostante le numerose regole per evitare i contagi. In seguito ad alcune riunioni tra gli adulti, Don Lino e gli animatori più grandi si arriva ad una comune decisione: la parrocchia, le famiglie e i bambini hanno bisogno di recuperare quel divertimento e quei momenti insieme che la pandemia gli ha tolto. Viene organizzato quindi un Estate Ragazzi inedito, mai fatto prima di allora, con la divisione in bolle separate, luoghi diversi per ogni bolla e la frequente e attenta igienizzazione di tutte le cose. Con grande partecipazione di tutti gli animatori e la supervisione e l’aiuto degli adulti, siamo riusciti a creare un Estate Ragazzi divertente e bello, trovando un incastro perfetto tra le attività, i giochi e i momenti della giornata e le regole anti-Covid e tutte le limitazione che avevamo. Questo anomalo Estate Ragazzi ha insegnato a tutti noi il grande valore del lavoro in gruppo ma soprattutto ci ha insegnato che i giochi, i lavoretti, ecc sono belli e importanti ma la cosa più importante è il divertimento e la gioia dello stare insieme con i bambini e con gli altri animatori.

Nel 2022 Estate Ragazzi è tornato ad essere quello originale, quello pre pandemia. Dopo tanti anni, l’ultima esperienza da animatore era arrivata. Era giunto il momento di organizzare per un’ultima volta tutte le attività e i giochi e di essere responsabile per l’ultima volta. Ma soprattutto era giunto il

momento di preparare gli animatori più giovani al passaggio del testimone. Alla responsabilità verso i bambini quindi si aggiungeva la responsabilità verso gli altri animatori, i quali si rivolgevano ai più grandi prima di fare qualcosa e volevano imparare il più possibile in poco tempo. Con questo ultimo anno di Estate Ragazzi si è conclusa una delle più grandi esperienze di crescita che io abbia vissuto. Mi piace ricordare sempre una frase che alla prima riunione del mio primo anno da animatore ci venne detta dal Don, che ci disse che certamente Estate Ragazzi è fatto per i bambini, ma è un’esperienza e un’occasione di crescita enorme soprattutto per gli animatori. Questa frase rappresenta per me il centro del fare l’animatore; cioè una grande occasione e una grande esperienza di crescita personale in cui si ha la possibilità di stare insieme a coetanei e non, di confrontarsi, di mettersi in gioco e soprattutto di rendere felici i bambini.

Tommaso Casadei, da “La Voce che chiama, Natale 2022