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Riflessione dei nostri sacerdoti del 1 Novembre

(1 Novembre 2020)

Nella solennità dei Santi, il giorno 1 novembre, ci disponiamo ad aprire il cuore alla ricchezza spirituale magnifica della testimonianza dei Santi. Gesù ha detto che tutto ciò che il Padre del cielo gli consegna non andrà perso, ma avrà dimora nel suo cuore, perché in lui tutti abbiano vita, e vita piena, cioè felice. 

Possiamo quindi intendere che i nostri defunti, consegnati a Gesù per il loro battesimo, non siano persi per sempre, ma diventino motivo di speranza in Gesù Cristo, chiamato da San Paolo la primizia di quelli che risorgono dalla morte. 

Dopo la primizia viene sempre la stagione della raccolta, così sappiamo.

Come è dolce oggi ricordare anche il cuore grande di un amico di Dio, che piacevolmente propongo all’attenzione. È Sant’Ambrogio, il quale, ospite a Firenze di Decenzio, partecipò al terribile lutto di quella famiglia per la perdita di un figlio in tenera età. La madre aveva disteso il piccolo sul letto di Ambrogio ed era scappata via disperata. Ambrogio al rientro in casa, capì il gesto della madre e si commosse, e onorando la fede di quella madre si distese accanto al piccolo cadavere, e come aveva a suo tempo fatto il profeta Eliseo col figlio della Sunamita, quasi rimpicciolendosi per stare alla misura di lui, accosto’ il cuore a quel cuoricino immoto, strinse le manine fredde che parevano di cera, pregando gli alito’ sulla bocca, come volesse immettergli con il calore un po’ della sua vita.

E il bimbo ritornò davvero alla vita!

Carissimi, oggi viviamo il terribile dramma della epidemia di covid 19. Troppi sono i sofferenti e i morti, troppi quelli che perdono la speranza e vivono nelle famiglie giorni di amarissima disperazione. Presentiamo a Dio la nostra preghiera, e associamo a questa la speranza che tutti siamo presto liberati dalla ombra orribile della morte, e dalla stessa epidemia. Don Gianmario

Don Gianmario