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Quaresima, tempo di conversione

(14 Febbraio 2021)

Con il mercoledì delle ceneri è iniziata la Quaresima, una parola che forse intimorisce. Ma è un tempo favorevole, adatto alla conversione. Monsignor Comastri, perché è cosi importante per il cristiano questo periodo?

«Uno dei vangeli che ascoltiamo nelle domeniche di Quaresima è quello di Marco 1, 12- 15 dove leggiamo: “Lo Spirito Santo spinse Gesù nel deserto”. Queste parole ci dicono che Gesù, nel suo cammino di uomo, ha avuto bisogno di vivere l’esperienza del deserto. Questo perché il deserto è uno di quei beni di cui l’uomo non può fare a meno: se vuol restare uomo! Gesù spesso cercava la solitudine: prima della istituzione dei dodici Apostoli, passò l’intera notte in preghiera; dopo una intensa giornata passata a Cafarnao, si alzò presto e andò a pregare in un luogo solitario; anche dopo l’ultima cena, uscì dal cenacolo e cercò il silenzio e la preghiera invitando con sé Pietro, Giacomo e Giovanni. E disse loro: “Restate qui e vegliate con me”. Gesù, vivendo in una carne fragile, ha sperimentato che la preghiera e il silenzio sono esigenze fortissime. Nessuno meglio di Lui sapeva e sentiva che senza Dio l’uomo è perduto, senza Dio l’uomo è insignificante. La Quaresima ci ricorda questa grande e decisiva verità! Mario Pomilio, acuto scrittore, ha osservato: “Oggi abbiamo perso l’abitudine al silenzio, perché abbiamo paura di confrontarci con la verità. Così non possiamo crescere: siamo condannati alla mediocrità”. La Quaresima è un invito forte del Signore a cercare e trovare più tempo per nutrirci di silenzio, di preghiera, di adorazione. Un silenzio che squarcia quel velo di falsità dietro il quale si cela il bisogno di rumore e frastuono tipico della nostra società. Konrad Lorenz, premio Nobel, ha dichiarato: “Il dilagante bisogno di rumore si può spiegare soltanto con il bisogno di soffocare qualcosa”. Quel qualcosa è Qualcuno: è Dio, dal quale e per il quale siamo stati creati. Il silenzio orante si rivela, allora, presenza di Dio e illumina di senso e di sorprendente bellezza ogni aspetto della vita».

Mons. Angelo Comastri