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Il Sinodo della Chiesa Universale

Il nostro Papa Francesco ha proclamato un Sinodo per tutta la Chiesa. Ma cosa è un sinodo? La parola ha un significato molto positivo: indica un cammino fatto insieme, dunque indica il cammino della nostra conversione al Signore. Occorre cambiare gli atteggiamenti sbagliati che non sono secondo la volontà del Signore e che rischiano di essere di scandalo, cioè non aiutano gli altri ad aderire alla fede. Ma che bisogno c’è di celebrare un Sinodo? La parola di Gesù che risuona nella Scrittura ci fa sperimentare l’amore che Dio porta a ciascuno di noi. Questo amore ci attira a lui e desidera sempre di più coinvolgerci. Il contrario della parola sinodo è dunque sentirci spettatori, cristiani praticanti ma non protagonisti, un po’ tiepidi un po’ indifferenti. Nel libro dell’Apocalisse l’angelo riproverà l’atteggiamento della tiepidezza: siccome non sei caldo ne freddo ma tiepido io ti respingo dice il Signore (cf Ap 3,15-19). Il Sinodo è dunque una occasione per ravvivare la passione spenta, l’amore di prima che si era raffreddato a causa dell’abitudine e della trascuratezza. E questo è possibile farlo solo insieme come comunità, famiglia di figli di Dio, sentirci in cammino come un’unica Chiesa. Il mondo aspetta questa testimonianza d’amore e di carità che noi possiamo dare. Come avverrà il sinodo. A un primo livello saranno coinvolti i nostri Vescovi e i loro collaboratori sacerdoti e diaconi. Ma non solo: ci sono tanti ministeri e servizi che arricchiscono la Chiesa: i catechisti, coloro che si occupano degli ammalati, i religiosi, i genitori stessi hanno un compito importantissimo, chi si occupa della scuola. Ci saranno occasioni per riflettere insieme intorno a tre domande: a che punto è la nostra fede, come la testimoniamo e in che modo la trasmettiamo. Poi occorrerà aprirci all’esterno, ad uscire dalle nostre chiese e dalle nostre parrocchie per andare prima di tutto verso le famiglie: verso le situazioni concrete, il tesoro che custodiscono e i problemi che debbono affrontare. Camminare insieme alle famiglie, ai ragazzi che sono il nostro tesoro, agli anziani e nonni troppo spesso lasciati soli, per essere e sentirci in comunione con tutti nell’amore del Signore. Stimolarci a vivere in un atteggiamento di carità verso i poveri e di accoglienza e di sostegno verso chi è costretto a lasciare la propria patria. Tutto questo si potrà realizzare se sarà sostenuto dalla preghiera e dal sacrificio, dall’ascolto della Parola del Signore, dal trovarci bene insieme per crescere il dono e la gioia della nostra fede.

don Lino Civerra

don Lino Civerra, da “La Voce che chiama, Natale 2021