Home Bollettino parrocchiale Il Signore è la mia parte di eredità!

Il Signore è la mia parte di eredità!

Carissimi parrocchiani di San Giovanni e di Amola, lo scorso 4 ottobre ho concluso il mio ministero pastorale nella terra persicetana, essendo stato chiamato dall’Arcivescovo a trasferirmi a Bologna in due parrocchie del centro storico.

Il 16 settembre ho ricordato i 25 anni di Ordinazione Sacerdotale, festeggiati con una bellissima celebrazione in piazza del Popolo nella Messa presieduta dal Cardinale Arcivescovo. Quella che doveva essere la celebrazione di un anniversario è diventata di fatto anche la festa di saluto alle comunità che ho avuto l’onore di servire negli ultimi 12 anni.

Tante sono le riflessioni che hanno riempito il mio cuore in questi ultimi mesi, sia sul sacerdozio sia sul ministero svolto in queste parrocchie.
Di una in particolare desidero rendervi partecipi.

Lo spunto lo prendo da un uso dell’Antico Testamento. Come sapete, il popolo d’Israele, liberato dalla schiavitù dell’Egitto, ebbe in dono da Dio la Terra Promessa, dove giunse dopo un lungo cammino nel deserto. Entrata nell’eredità, ognuna delle tribù ebbe in sorte un territorio. Ogni tribù, tranne una: quella di Levi, la tribù sacerdotale. La ragione di questa esclusione dalla spartizione della terra è che i figli di Levi hanno avuto in eredità il servizio di Dio, la chiamata a vivere di Lui.

Oggi il sacerdozio non è più riservato a una tribù, perché il Signore chiama da ogni terra e da ogni popolo i ministri della sua Chiesa. Ma anche oggi è chiesto ai chiamati di non attaccarsi a niente per essere totalmente ed esclusivamente a servizio del Signore.

Per chi non conosce la bellezza e la grandezza della vocazione sacerdotale la scelta di farsi prete sembra forse assurda, soprattutto perché molti si fermano a guardare a ciò a cui si rinuncia. Ma non si può capire il senso di questo distacco se non guardando a ciò per cui lo si fa, anzi a Colui per cui lo si fa!

“Abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito”, dice san Pietro a Gesù. E l’evangelista Marco sottolinea che il Signore “ne chiamò dodici perché stessero con Lui e anche per mandarli a predicare”. Gli apostoli non hanno seguito un ideale di vita o un progetto pastorale, hanno seguito Colui che aveva loro conquistato il cuore.

Non vi nascondo, carissimi, che il distacco dalle vostre parrocchie mi è costato alquanto. Eppure sono stato sereno nel dire di sì alla chiamata del vescovo, convinto che fare la volontà di Dio sia l’unico modo di fare il bene delle persone a cui si vuole bene.

Non ho lasciato quindi Amola e San Giovanni, piuttosto ho seguito Gesù che mi ha chiamato altrove, così come 12 anni fa mi aveva chiamato a Persiceto. I 25 anni di ministero sono stati l’occasione per rinnovare questo SI’, con consapevolezza più grande delle mie povertà, ma ancor di più della fedeltà di Dio.

Ringrazio Dio di aver condiviso con voi questo tratto importante della nostra vita, e invoco su di voi la benedizione del Signore.

Con affetto.

don Giovanni

don Giovanni Bonfiglioli, da “La Voce che chiama, Natale 2020